Per poco a Tokyo, è una sfida al non
perderci per raggiungere la partenza dei pullman.
Il palazzo Shinjuku Sumitomo sommerso
in una foresta di altri palazzi a vetri e cemento armato si raggiunge
guardando lo schermo del GPS e mai le strade senza nome e numeri.
Porta a spinta, scale mobili e veniamo
indirizzati alla sala d'attesa per poi cercare un posto in cui
mangiare. Il quartiere fatto di uffici mantiene tutto chiuso tranne un ristorante in stile americano.
Sfruttano il deserto della zona, bande di ragazzi scuri raggruppati di fronte agli specchi degli edifici di cristallo armati di stereo a basso volume se non addirittura cuffie, provando in sincronia e rigoroso silenzio passi e piroette, sfruttando al massimo lo spazio della palestra a cielo aperto che la città offre loro.
Cena veloce e torniamo a capire quando e da dove partire.
Sfruttano il deserto della zona, bande di ragazzi scuri raggruppati di fronte agli specchi degli edifici di cristallo armati di stereo a basso volume se non addirittura cuffie, provando in sincronia e rigoroso silenzio passi e piroette, sfruttando al massimo lo spazio della palestra a cielo aperto che la città offre loro.
Cena veloce e torniamo a capire quando e da dove partire.
Gli annunci e i tabelloni in soli kanji
costruiscono un filo leggero di ansia sulla nostra attesa. Ci
verranno a prendere, dicono, ed aspettiamo a vista, non lontano dal
banco di smistamento. Non ci sono altri occidentali, non ci
mancheranno.

È pieno e ci aspettano, i nostri posti
sono quelli desiderati rosati e futuristici con una tettoia che
funzionerà da involucro per proteggerci dal fastidio della luce.
Tutto è pronto per una traversata magistrale, ci sono tutti gli
ingredienti, coperte comprese, spazio tra le poltrone, giapponesi
educati.
Dormire è impossibile e va da sé. Il
rumore, lo scomodo, l'alternarsi delle luci della strada, altri insonni con telefoni e tablet accesi in faccia.
L'alba fuma di caffé e le prime auto
solcano le strade.
Arriva l'ora in cui il ryokan potrebbe
essere aperto e ci accolgono, fortunati, dicendo che la nostra stanza
è già libera anche se da sistemare, che ci da la possibilità di
lasciare gli zaini e sciacquarci il pullman di dosso e farci un giro
in zona.
Abbiamo la mappa che ci hanno lasciato per capire dove siamo e il GPS, dovremmo essere a posto per oggi e ci perdiamo per la città.
Abbiamo la mappa che ci hanno lasciato per capire dove siamo e il GPS, dovremmo essere a posto per oggi e ci perdiamo per la città.

Capitiamo al templio Higashi Hongan-ji semideserto, e la neve sottolinea il motivo per il quale i nostri piedi sono congelati. Le scarpe fuori ad aspettare non ci aiuteranno.
In pochi minuti il sole è di nuovo fuori e ci inoltriamo più in là nel giardino Shosei-en.
Oasi verde contornata di architettura
sterile e meccanica, le auto in corsa tutt'attorno sembrano un po'
più lontane di quello che sono e ci lasciamo cullare dalla parentesi
tradizonale fatta di costruzioni in legno, alberi forzati in forma e
un lago da attraversare sul dorso di un ponticello.
Torniamo al ryokan aspettando Teppei,
amico sul territorio inglese appena ritrasferito qui per star dietro
ai parenti rimasti.
Ci mette del tempo a trovarci
perdendosi varie volte, poi un'auto argento si avvicina tagliando le
strade strette e una mano saluta da dietro il vetro riflesso;
intuisco che sia lui ma non lo riconosco. Poi sì, è lui, solo coi
capelli più corti.
Si offre di scortarci in auto in giro
per la città intasata dal traffico ed è strano vederci, fuori
contesto, dall'altra parte del mondo, lui che guida accompagnato
dalla bella Maiko che dice di essere un'amica d'infanzia.
Orgoglioso di vederci qua, ci porta subito a mangiare in un ristorante dove si mangia una soba tradizionale di “spaghetti e aringa” tipica durante il periodo delle feste di capodanno.
Digeriamo camminando per le strade là attorno un po' tradizionali un po' turistiche.
Orgoglioso di vederci qua, ci porta subito a mangiare in un ristorante dove si mangia una soba tradizionale di “spaghetti e aringa” tipica durante il periodo delle feste di capodanno.
Digeriamo camminando per le strade là attorno un po' tradizionali un po' turistiche.
Arriviamo al santuario Yasaka
lasciandoci coinvolgere dalla tradizione giapponese di visitare i
luoghi sacri in questo periodo e ci trasformiamo in folla di colori e
confusione.
Orgoglioso, Teppei ci parla di Kobe
dove è nato e vorrebbe talmente tanto portarci che siamo in autostrada dove gran parte del percorso lo passo dormendo, cullato dai sedili morbidi
e il riscaldamento acceso con contorno di musica giapponese e flamenco.
Ci indica dove vive, lassù sulla
collina e ci fermiamo in centro a raccogliere la sorella che ci ha
raggiunti.
Le nuove costruzioni sono una fortezza
di architettura occidentale ripiena di negozi di moda.
Ci parlano del terremoto che l'ha rasa
al suolo nel '93, dell'aspetto “cool” della città così diversa
dalle altre essendo la prima che ha accolto le navi piene
di merci e notizie dal mondo appena riaperto alla fortezza Giapponese
qualche decennio fa.
Ci parlano di quello che vorrebbero
farci mangiare, specialità di carne ottenuta da manzi massaggiati
nutriti a birra e musica classica e il loro imbarazzo nel non
conoscere dei ristoranti dove farne esperienza, gente del luogo
abituata a cucinarsela a casa.
L'imbarazzo si trasforma in frenesia e
dopo un po' di passeggio sfrenato e ricerche saliamo un edificio
multipiano entrando nel ristorante che segnerà la storia delle
nostre esperienze culinarie.
La cena è un susseguirsi di orgasmi
papillari, lacrime di gioia trattenute, sorrisi, chiacchiere e
bevute. Pochi i termini del dizionario per descrivere il continuo
flusso di nuove scoperte di sapori ad ogni nuovo piatto.
E il tempo uccide ogni buona esperienza.
E il tempo uccide ogni buona esperienza.
Ci accompagnano frettolosamente alla
stazione per prendere l'ultimo treno per Kyoto.
referenze
Willer travel
http://willerexpress.com/en
Latitudine: 35.691304 (35° 41' 28.69''
N)
Longitudine: 139.692589 (139° 41' 33.32'' E)
Longitudine: 139.692589 (139° 41' 33.32'' E)
Il ryokan
Nagomi
yu
94
Kamiwakamiya-cho Wakamiya-dori Rokujo Nishi-iru Shimogyo-ku Kyotoctiy
Kyoto 600‐8313
https://www.nagomi-kyoto.com
http://nagomi-yu.com
Latitudine: 34.994171 (34° 59' 39.02''
N)
Longitudine: 135.756396 (135° 45' 23.03'' E)
Longitudine: 135.756396 (135° 45' 23.03'' E)
Il templio Higashi Hongarn-ji
日本
〒600-8505
京都府京都市下京区烏丸通七条上る常葉町 7 5 4
Il Giardiono Shosei-en – 渉成園
http://higashihonganji.or.jp/worship/shoseien
Latitudine: 34.991921 (34° 59' 30.92''
N)
Longitudine: 135.763190 (135° 45' 47.48'' E)
Longitudine: 135.763190 (135° 45' 47.48'' E)
Il ristorante della soba con le aringhe
all'angolo tra Shijo Dori e Kawabata
Dori
alla fremata della metro Gion Shijo
Latitudine: 35.003680 (35° 0' 13.25''
N)
Longitudine: 135.772267 (135° 46' 20.16'' E)
Longitudine: 135.772267 (135° 46' 20.16'' E)
Il santuario Yasaka
6 2 5 Gionmachi
Kitagawa
KyotoHigashiyama Ward, Kyoto Prefecture
605-0073, Japan
http://web.kyoto-inet.or.jp/org/yasaka
Il ristorante a Kobe
Cosmic Diner
ゆずの小町 三宮
Il ristorante a Kobe
Cosmic Diner
ゆずの小町 三宮
クィーンズコーストビル7F
1 丁目-9-8 Kitanagasadori, KobeChuo Ward, Hyogo
Latitudine: 34.692695 (34° 41' 33.70'' N)
Longitudine: 135.191561 (135° 11' 29.62'' E)
www.cosmicdiner.com Longitudine: 135.191561 (135° 11' 29.62'' E)
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